La Cardiologia è cresciuta enormemente negli ultimi 30 anni, arricchendosi di contenuti tecnologici come, forse, nessuna altra branca medica. L’importanza epidemiologica delle cardiopatie ha stimolato fortemente la ricerca biomedica e farmacologica, ma ha anche indotto un modello assistenziale che si prende cura del cardiopatico, dalla prevenzione in ambito territoriale, alla terapia intensiva con assistenza meccanica cardiaca, fino al trapianto d’organo ed al telemonitoraggio multiparametrico.
In questo panorama così vasto, tale da richiedere, perfino, la nascita di figure superspecialistiche, il cardiologo clinico si trova quasi smarrito e rischia di perdere la sua identità. La grande mole di nozioni e di dati, provenienti dagli studi clinici e dalle novità tecnologiche, rischia di affollare la mente dello specialista, rendendo difficile la discriminazione tra scelte essenziali e scelte meno importanti.
I grandi successi, in termini di sopravvivenza, hanno creato in seguito una nuova generazione di cardiopatici, in cui la plurimorbilità è la regola. La nuova sfida, sarà quella di essere in grado di gestire la complessità dei pazienti, fornendo loro la migliore qualità di vita possibile, in presenza di più patologie e terapie.
Cardiopolis ha l’ambizione di disegnare una nuova figura di cardiologo clinico, in cui si fondano le conoscenze della propria specialità, nei suoi aspetti più sostanziali, con quelle provenienti dalle altre specialità, ormai indispensabili per una completa e corretta gestione del paziente. Saranno, pertanto, di scena pneumologi, endocrinologi, nefrologi, oncologi, geriatri (solo per citare alcune delle specialità interessate), al fine di generare quell’osmosi culturale, indispensabile a creare un cardiologo completo, in grado di fronteggiare ogni difficoltà in quella che sarà la terapia intensiva cardiologica del futuro, sempre più multidisciplinare e sempre meno “coronarica”.
Francesco Magliari e Antonio Francesco Amico